IL “CORSARINO” della MOTO MORINI

 Si può definire amore “l’attrazione per una motocicletta ? “ Forse è esagerato! L’amore dovrebbe essere per le persone e non per le cose.  E se comunque questa è stata il coronamento di un sogno di gioventù? E se questa ha segnato indelebilmente un tratto della propria vita e della propria compagna? E se ancora la sua alienazione , nell’inconscio del sonno, ha fatto vivere ripetutamente e per un certo periodo la struggente malinconia per non averla più, subito seguita dall’inebriante contentezza, nell’illusione del sogno, nel vedersi ancora seduto sopra a pilotarla e correre felice per ripiombare nuovamente nell’amarezza a sogno bruscamente interrotto?

Da ragazzo avevo ardentemente desiderato il “motorino” senza però mai ottenerlo.

Io desideravo il “CORSARINO” della MOTO MORINI ; il simpaticissimo corsarino che tanto successo era destinato ad avere da essere oggi il benemerito di tanti clubs ad esso dedicati.

Di concedermi poi di andare a lavorare, nel doposcuola, come io chiedevo,neanche a parlarne!

Quindi niente motorino.

È solo dopo essermi sposato,comunque solo a 24 anni,che decido con la mia neo moglie di acquistare una motocicletta.

In concessionaria c’era la MOTO MORINI 3 1/2 🤪 bicilindrica, amore a prima vista, la ritiriamo dal concessionario Lino Rey di Ivrea, dove eravamo andati ad abitare. 

Il denaro occorrente doveva essere, in verità, destinato ad acquisti più necessari ma la motocicletta era stata troppo a lungo desiderata, non poteva più aspettare!

Era il 1977, mese di ottobre, e la livrea di quell’anno prevedeva il telaio verniciato di nero, il serbatoio rosso con con fascia nera inclinata al bordo inferiore, i fianchetti laterali allungati, rossi con fascia nera centrale con sopra le belle scritte in rilievo 3 1/2 , vale a dire 350cc.

Era il primo modello a montare i cerchi in lega di colore grigio con un disco al freno anteriore, e, particolare di rilievo era il fatto che la MORINI Casa aveva dotato la moto del bel sellone a punta finale al posto di quello tondo chiamato a ‘panettone’, anticipando di fatto la dotazione del 78, come vogliono i libri sulla MORINI. La 3 1/2 era bellissima ed il mio desiderio finalmente appagato.

Da allora i fine settimana successivi furono,tempo permettendo, dedicati a scorrazzare per le colline con meta finale quasi fissa a sorseggiare la cioccolata calda per riscaldarsi nelle varie baite. 

Con il ritorno della bella stagione fu la volta del viaggio da Ivrea alla Svizzera costeggiando il lago Maggiore con arrivo a Locarno, pernottamento, quindi Lugano e ritorno da Varese.

Per i viaggi equipaggiavo la moto con borsone agganciato su apposita base sul serbatoio e un secondo borsone dietro il sellone su apposito portapacchi fornito in optional.

Per le ferie di agosto il grande evento fu poi di organizzare un viaggio da Ivrea fino in Puglia, nel Salento, ad ARADEO prov. di Lecce, nostro paese di origine . 1260 km, un viaggio memorabile, con tappe e pernottamenti, a Rimini, a Peschici nel Gargano ed ancora a Bari in casa di amici. Il ricordo è ancora vivido e particolari gustosi e aneddoti da raccontare ce ne sarebbero a non finire. Nonostante la moto fosse una sport , a manubri bassi, non ricordo di essermi stancato più di tanto; la posizione di guida era molto confortevole, avevo anche il borsone sul serbatoio su cui appoggiare il petto e poi , chissà, anche l’età , 25 anni🤪.

Con l’arrivo della prima figlia, pensando di non poter più usare la moto insieme alla mia compagna, LA VENDETTI !

Lo feci apparentemente senza traumi, solo apparentemente però.

Se razionalmente, da sveglio, avevo maturato tale decisione dettata anche dalla più o meno reale necessità di ritornare in possesso di quel denaro , nell’inconscio del sonno rivivevo, come all’inizio descritto, una sorta di struggente malinconia.

Chissà per quanti altri è stata la mia medesima situazione!

Nel frattempo sono diventato collezionista , auto e moto e , guarda caso , MOTO MORINI.

Anno 2004. Il ricordo della mia 3 1/2 è più vivo che mai. 

Decido di mettermi alla sua ricerca; non l’ho fatto prima per non andare incontro alla delusione di venire a conoscenza che possa essere stata demolita o comunque distrutta, che non esista più .

Uno è il desiderio di riaverla, ma , l’amore per lei appagherebbe anche solo con il sapere che esiste ancora.

Rompo gli indugi.

Attraverso la targa risalgo all’ultimo intestatario. L’ultimo passaggio di proprietà risulta iscritto nel 1981. Sic! Chiamo la persona al telefono.

Un po’ di preambolo per superare la più che giustificata perplessità iniziale e dall’altro capo del telefono mi sento rispondere : < Si, la moto ce l’ho ancora e se vuole gliela vendo pure > Musica per le mie orecchie!

Sono passati ben 25 anni da quando ho venduto la 3 1/2 ; l’ho ritrovata!

 Si trova a Chieri (To), non mi resta che andare a vedere come sta’, che grado di salute gode ( questa è la mia prima emozionantissima domanda). Parto da Aradeo, dove già da tempo sono tornato ad abitare, alla volta di Torino.

La MORINI è lì, nel garage di casa, diligentemente coperta da un telo e ferma da 18 anni.

Si, è stata ad aspettarmi per ben diciotto anni!

Non esiste una favola che parla di “ Una bella addormentata “ in attesa del suo principe azzurro?

Una breve quanto dolce e simpatica trattativa, con la complicità di un mio amatissimo zio, con una persona squisita quale il sig. Bosco Roberto che ringrazio ora e al quale sarò sempre grato, e la 3 1/2 ritorna a me, suo primo proprietario, con il libretto originale, conservatissimo pure quello, e il mio nome in prima pagina

È o non è una storia meravigliosa? 

Mi sento molto fortunato e auguro il medesimo epilogo a quanti si trovano nella mia situazione e vivono la mia stessa malattia.

“ PARVA IGNI SCINTILLA MEO “ scriveva il Vate, Gabriele D’Annunzio a proposito della sua Lancia Trikappa. ( piccola scintilla del mio fuoco ) è la mia personale traduzione.

Una piccola, grande storia di meravigliosa, umana debolezza.

Claudio Piccinno - Aradeo (Le)

 

Scroll to Top